Il tracciato delle mura di Genova sul lato di Ponente, così come il tratto ancora esistente lungo la Val Bisagno, presenta un andamento in costante salita. Partendo da una quota di 38 metri sul livello del mare, misurati sul parapetto del bastione della Lanterna, si raggiunge senza mai interruzioni i 445 metri di altitudine al bastione dello Sperone, secondo quanto rilevato e annotato da Brusco.
Accessi e difese lungo la cinta muraria occidentale
L’accesso alla città lungo l’intera cinta muraria occidentale era garantito solo da tre punti:
- la Porta della Lanterna,
- il Portello degli Angeli,
- e il Portello di Granarolo.
Questi ultimi due, concepiti per aumentare la difensibilità, furono collocati strategicamente:
- il Portello degli Angeli a metà strada tra il bastione sporgente della Concezione e quello acuto della Piana delle Bombe,
- il Portello di Granarolo tra due grandi baluardi protesi lungo la strada per Begato.
Nonostante questi accorgimenti difensivi, la planimetria delle mura si presenta irregolare. Tale irregolarità deriva direttamente dalla morfologia del crinale roccioso: un tempo partiva dallo scoglio della Lanterna e si estendeva fino alla cima del Monte Peralto, mentre oggi inizia dall’area degli Angeli.
La progettazione topografica delle mura
Nei rilievi realizzati da Brusco nel 1790 – sebbene l’altimetria fosse ancora piuttosto semplificata – si nota con chiarezza la corrispondenza costante tra le creste trasversali del terreno e la posizione dei baluardi.
È verosimile che, durante la fase di progettazione, si procedesse inizialmente in modo schematico, con la suddivisione in lotti affidati a singoli “scarzeratori” (muratori specializzati). Il progetto esecutivo prendeva forma direttamente sul campo, una volta individuata la cosiddetta “linea capitale”: un asse traguardato in più punti lungo ogni costa trasversale al crinale principale, dal quale si determinavano direzione e lunghezza delle due cortine adiacenti, tenendo conto della distanza di tiro e delle esigenze balistiche.
Un approccio strategico alla costruzione: dall’alto verso il basso
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare oggi, l’edificazione delle mura non seguì un ordine dal basso verso l’alto. Invece, si partì dal baluardo dello Sperone a Monte Peralto, punto più elevato della futura cinta muraria.
Stabilita la geometria di questo primo baluardo, fu possibile tracciare lungo il crinale la direzione delle cortine successive, sia verso Levante sia in direzione del Polcevera. Ogni nuovo bastione veniva così progettato a partire da coppie di cortine, proseguendo verso:
- la punta di Begato,
- la Piana delle Bombe,
- fino a congiungersi con le mura della Lanterna, costruite nei primi lotti appaltati nel 1630.
(Tratto da “Le Fortificazioni di Genova” di Leone Carlo Forti)