Le origini del santuario della Nostra Signora di Loreto sono collegate ad una piccola cappella eretta nel 1634 da quattro monaci romiti, guidati da Guglielmo Musso, originario di Voltri, che intendevano fondare un nuovo ordine religioso. Questa chiesetta, che venne costruita vicino a un muro dove era dipinta una Madonna, richiamava, da un punto di vista architettonico, la basilica della Santa Casa, che è anch’essa dedicata alla Madonna di Loreto. Il comportamento di questi frati fu però giudicato negativamente dal tribunale dell’Inquisizione, che sciolse quasi subito la nuova congregazione allontanando i religiosi. La cappella fu poi affidata ai frati minori francescani. Nel 1635 venne deciso di ampliare l’edificio religioso esistente con la costruzione di un vero e proprio santuario e di un convento. Il santuario della Nostra Signora di Loreto fu poi realizzato tra il 1650 ed il 1655. In questo periodo, a Genova, furono infatti erette e ampliate diverse chiese dedicate alla Madonna. L’originaria chiesetta di 9 m per 4 m venne poi inclusa nel nuovo santuario; più precisamente, l’altare dell’antica cappella diventò il centro del santuario.
A partire dal 1747, a causa dello scioglimento del voto emesso dal governo della Repubblica di Genova durante l’occupazione asburgica nel corso della guerra di successione austriaca, le autorità genovesi, con in testa il Doge, ogni 10 dicembre, iniziarono a organizzare una manifestazione per commemorare l’inizio della rivolta del quartiere genovese di Portoria contro gli occupanti, che portò alla liberazione della città (1746). La data del 10 dicembre fu anche associata alla festa della “traslazione della Santa Casa”, e per questo motivo i fedeli iniziarono a recarsi al santuario in segno di ringraziamento.
La tradizione, interrotta nel 1796 e poi ripresa nel 1846, continua ancora oggi. All’origine della manifestazione religiosa c’è la visione avuta dal padre guardiano del santuario, Candido Giusso, il quale affermò di aver visto, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1746, la figura della Madonna con un serpente ai piedi e, di fronte a lei, santa Caterina da Genova inginocchiata in atteggiamento di supplica. Questa visione fu interpretata dal senato genovese come segno dell’intercessione della Madonna a protezione della città. Nella prima metà dell’Ottocento il convento rimase chiuso per un certo periodo in seguito alla soppressione, per via legislativa, di alcuni ordini religiosi.
Nel 1928 fu demolita la primitiva cappella, che occupava gran parte dell’ampia navata. La venerata immagine della Madonna di Loreto fu collocata sopra l’altare maggiore. Il santuario della Nostra Signora di Loreto fu eretto a parrocchia autonoma con decreto dell’arcivescovo Carlo Dalmazio Minoretti il 7 gennaio 1940. Nel novembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa subì danni alle strutture esterne a causa di un bombardamento, che tuttavia non compromise la struttura dell’edificio. Nell’immediato dopoguerra, per l’esplosione di una vicina polveriera, andarono distrutti un grande quadro raffigurante la Madonna, l’organo e il coro.
Sulla piazza antistante al santuario fece il suo debutto in pubblico, il 10 dicembre 1847, il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro. L’inno nazionale italiano fu, nell’occasione, suonato dalla Filarmonica Sestrese durante la già citata commemorazione della rivolta del quartiere genovese di Portoria contro gli austriaci. L’inno scritto da Mameli e musicato da Novaro fu eseguito davanti a una parte di quei 30 000 patrioti – provenienti da tutta Italia – che erano convenuti a Genova per la manifestazione.
Il santuario della Nostra Signora di Loreto presenta una pianta ottagonale allungata sprovvista di presbiterio absidale. L’architettura della chiesa è estremamente semplice, e consta di un’unica ampia navata che è sovrastata dalla cupola centrale e che venne concepita per fare da contenitore alla primitiva cappella (rimossa nel 1928).
La facciata, che è caratterizzata da lesene laterali e da decorazioni nella parte superiore, è stata realizzata nel 1707. La facciata è ornata da un affresco sopra al portale d’ingresso raffigurante la Visione di Padre Candido Giusso, eseguito nel 1906 da Angelo Vernazza. La decorazione della facciata è concentrata nella parte superiore, mentre la zona inferiore è decorata solo da due paraste alle estremità laterali, oltre che da un affresco novecentesco.
L’interno, molto sobrio e luminoso, presenta oggi due soli altari laterali (erano in origine quattro). Questa sobrietà è stata accentuata da alcuni lavori che sono stati eseguiti durante i secoli. Sull’altare di destra è collocato il grande quadro raffigurante L’angelo custode di Giovanni Maria delle Piane, detto il Mulinaretto (1660-1745), mentre su quello di sinistra si trova una tela di Giovanni Andrea Carlone (1639-1697) raffigurante San Giuseppe con Gesù fanciullo. Alla sinistra del presbiterio vi è la lapide di Padre Candido Giusso (1706-1756). La scalinata d’ingresso è stata costruita nel XVIII secolo. Nell’attiguo convento sono invece conservate alcune statuine di presepe di scuola genovese settecentesca.
Nel santuario sono sepolti il patriota Alessandro De Stefanis (1826-1849), morto in seguito alle ferite riportate nella difesa del Forte Begato durante i moti di Genova, e lo scultore Bartolomeo Carrea (1746-1839).
The origins of the shrine of Our Lady of Loreto are linked to a small chapel erected in 1634 by four Romite monks, led by Guglielmo Musso, a native of Voltri, who intended to found a new religious order. This small church, which was built near a wall where a Madonna was painted, was architecturally reminiscent of the basilica of the Holy House, which is also dedicated to Our Lady of Loreto. However, the behavior of these friars was judged negatively by the court of the Inquisition, which almost immediately dissolved the new congregation by dismissing the religious. The chapel was then entrusted to the Franciscan Friars Minor. In 1635 it was decided to expand the existing religious building with the construction of a full-fledged shrine and convent. The shrine of Our Lady of Loreto was then built between 1650 and 1655. In fact, several churches dedicated to Our Lady were erected and enlarged in Genoa during this period. The original 9 m by 4 m little church was then included in the new shrine; more precisely, the altar of the old chapel became the center of the shrine.
Beginning in 1747, due to the dissolution of the vow issued by the government of the Republic of Genoa during the Habsburg occupation in the War of the Austrian Succession, the Genoese authorities, with the Doge at the head, began organizing an event every December 10 to commemorate the beginning of the revolt of the Genoese district of Portoria against the occupiers, which led to the liberation of the city (1746). The date of December 10 was also associated with the feast of the “translation of the Holy House,” and for this reason the faithful began to go to the shrine in thanksgiving.
The tradition, interrupted in 1796 and then resumed in 1846, continues to this day. At the origin of the religious event is the vision had by the shrine’s guardian father, Candido Giusso, who claimed to have seen, on the night between December 9 and 10, 1746, the figure of Our Lady with a snake at her feet and, in front of her, Saint Catherine of Genoa kneeling in an attitude of supplication. This vision was interpreted by the Genoese senate as a sign of Our Lady’s intercession to protect the city. In the first half of the 19th century the convent was closed for a time following the suppression by legislation of some religious orders.
In 1928 the primitive chapel, which occupied most of the wide nave, was demolished. The venerated image of Our Lady of Loreto was placed above the high altar. The shrine of Our Lady of Loreto was erected as an autonomous parish by decree of Archbishop Carlo Dalmazio Minoretti on January 7, 1940. In November 1944, during World War II, the church suffered damage to the exterior structures from a bombing raid, which, however, did not compromise the structure of the building. Immediately after the war, a large painting of Our Lady, the organ and the choir were destroyed by the explosion of a nearby powder magazine.
On the square in front of the shrine, the Canto degli Italiani by Goffredo Mameli and Michele Novaro made its public debut on December 10, 1847. The Italian national anthem was, on the occasion, played by the Filarmonica Sestrese during the aforementioned commemoration of the revolt of the Genoese district of Portoria against the Austrians. The anthem written by Mameli and set to music by Novaro was performed before a portion of those 30,000 patriots — from all over Italy — who had gathered in Genoa for the event.
The shrine of Our Lady of Loreto has an elongated octagonal plan without an apsidal presbytery. The architecture of the church is extremely simple, and consists of a single wide nave that is topped by the central dome and was designed to serve as a container for the primitive chapel (removed in 1928).
The facade, which is characterized by side pilasters and decoration at the top, was built in 1707. The facade is adorned with a fresco above the entrance portal depicting the Vision of Father Candido Giusso, executed in 1906 by Angelo Vernazza. The decoration of the facade is concentrated in the upper part, while the lower area is decorated only by two pilasters at the side ends, as well as a 20th-century fresco.
The interior, very sober and bright, now has only two side altars (there were originally four). This sobriety has been accentuated by some work that has been done over the centuries. On the right altar is a large painting depicting The Guardian Angel by Giovanni Maria delle Piane, known as Il Mulinaretto (1660-1745), while on the left altar is a canvas by Giovanni Andrea Carlone (1639-1697) depicting St. Joseph with the infant Jesus. To the left of the chancel is the tombstone of Father Candido Giusso (1706-1756). The entrance staircase was built in the 18th century. In the adjoining convent, on the other hand, a number of nativity figurines of the 18th-century Genoese school are preserved.
Buried in the shrine are patriot Alessandro De Stefanis (1826-1849), who died of wounds sustained in the defense of Forte Begato during the Genoa uprisings, and sculptor Bartolomeo Carrea (1746-1839).