La Porta degli Angeli si apre lungo le mura che sovrastano il fossato di S. Bartolomeo ed è ubicata quasi in asse con l’antica Chiesa di N. S. degli Angeli dei Padri Carmelitani.
La porta più antica però si trovava più a settentrione, prima del grande baluardo di Santa Caterina. Le tavole del Brusco del XVIII sec., certamente in parte eseguite sulla base di rilevamenti molto anteriori, ci mostrano il punto dove si apriva la vecchia porta, indicato già come “Porta Murata”. Il disegno mostra un archivolto e l’accesso a un viottolo esterno alle mura che scendendo oltre gli spalti, si collegava con la via principale che conduceva lungo la Val Polcevera. Sappiamo che nel dicembre del 1693 era stata inviata ai Padri del Comune una supplica per la riapertura della “Vecchia Porta degli Angeli”, e questo documento indica che la costruzione della nuova porta e la conseguente chiusura della vecchia si può fare risalire a qualche anno prima, probabilmente intorno al 1680.
La “Porta Murata” adibita a quartiere per la soldatesca a guardia delle Mura, fin dal XVIII sec. subì ampie trasformazioni fino a giungere al suo totale inserimento organico nella sistemazione della nuova batteria degli Angeli, iniziata nella prima metà del XIX secolo.
La nuova Porta degli Angeli che ancora oggi collega il vecchio quartiere degli Angeli con la mulattiera per Granarolo, non è molto diversa da quella rilevata nel XVIII sec. dal Brusco e dal Codeviola. Nei disegni di quest’ultimo il portello risultava una semplice e breve galleria coperta da una volta a botte, che proseguiva nell’interno della cinta in un tratto di strada rettilinea, semi-incassato in trincea e terminante in un archivolto.
Da questo punto la via svoltava ad angolo retto passando di fronte alla Chiesa e all’Oratorio dei Carmelitani, per poi proseguire di nuovo nella primitiva direzione, verso la città. L’ambiente oggi non è molto diverso da allora ed è forse ancora più suggestivo per quel senso di isolamento di cui, con molta probabilità, nel settecento non poteva godere, animato com’era dal via vai dei contadini e dei viaggiatori. La galleria d’ingresso, caratterizzata sul fronte della Muraglia da un portale ad arco ribassato sormontato da uno stemma, in origine era chiusa da un ponte levatoio e aveva un primo piano adibito ad alloggio per il corpo di guardia. Nella trasformazione ottocentesca il parapetto delle mura fu rialzato di circa un metro e le camere del primo piano furono demolite e coperte da uno spesso strato di terra, in modo da avere all’interno dei “ramparo”, una strada di servizio ininterrotta, tra una batteria e l’altra dei bastioni.
(Tratto da “Le Fortificazioni di Genova” di Leone Carlo Forti)
The Porta degli Angeli (Gate of the Angels) opens along the walls overlooking the S. Bartolomeo moat and is located almost on axis with the ancient Church of Our Lady of the Angels of the Carmelite Fathers.
The oldest gate, however, was located further north, before the great bastion of St Catherine. Brusco’s eighteenth-century drawings, some of which were certainly made on the basis of much earlier surveys, show us the point where the old gate opened, already referred to as the “Porta Murata”. The drawing shows an archivolt and access to a lane outside the walls, which descended beyond the ramparts and connected with the main road leading along the Polcevera valley. We know that in December 1693 a petition for the reopening of the “Old Gate of the Angels” was sent to the Fathers of the Commune, and this document indicates that the construction of the new gate and the consequent closure of the old one can be traced back to a few years earlier, probably around 1680.
The “Porta Murata”, used as a quarter for the soldiers guarding the Walls, underwent extensive transformations from the 18th century onwards, until it was completely integrated into the new Battery of the Angels, which began in the first half of the 19th century.
The new Porta degli Angeli (Gate of the Angels), which still connects the old quarter of the Angels with the mule track to Granarolo, is not very different from the gateway surveyed in the 18th century by Brusco and Codeviola. In the drawings of the latter, the portello was a simple and short tunnel covered by a barrel vault, which continued inside the walls in a straight stretch of road, semi-enclosed in a trench and ending in an archivolt.
From this point, the street turned at a right angle, passing in front of the Church and the Oratory of the Carmelites, and then continued in the original direction towards the town. The environment today is not very different from then, and is perhaps even more evocative of the sense of isolation that it probably could not enjoy in the eighteenth century, animated as it was by the bustle of farmers and travellers. The entrance gallery, characterised on the front of the Wall by a low arch portal surmounted by a coat of arms, was originally closed by a drawbridge and had a first floor used as accommodation for the guards. In the 19th-century transformation, the parapet of the wall was raised by about one metre and the rooms on the first floor were demolished and covered with a thick layer of earth, so as to have inside the “ramparo”, an uninterrupted service road, between one battery and another of the bastions.