Il Parco di Villa Durazzo Pallavicini è un’eccellenza nell’ambito del giardino storico-romantico europeo, costruito tra il 1840 e il 1846 su progetto dell’architetto Michele Canzio, scenografo del Carlo Felice, per volere del Marchese Ignazio Pallavicini.
E stato pensato e costruito come un percorso scenografico teatrale per portare il visitatore dall’antefatto e prologo iniziali all’esodo finale, attraverso tre atti, lungo un tragitto di circa 3 km.
Il visitatore è chiamato a diventare spettatore e attore di un racconto filosofico che accompagna dall’incertezza della “selva oscura” fino alla “luce” del paradiso.
Camminando nel Parco noterete come l’acqua sia la protagonista indiscussa di ampie parti del racconto: presente sotto varie forme, dal lago alla cascata, dallo zampillo al rio, ai famosi e divertenti giochi d’acqua attivi nei weekend estivi.
L’Acqua del Parco trasmette stati d’animo ed emozioni che possono travolgerci, per l’appunto, come un “fiume in piena”.
Ogni scena del Parco è arredata con un edificio o un monumento in stile idoneo al racconto.
Incontrerete manufatti in stile neoclassico, neogotico, cinese, turco, egizio, rustico e capanne. Perfino vaste grotte artificiali realizzate con stalattiti e stalagmiti provenienti da vere grotte carsiche della Liguria, rimontate in modo da sembrare del tutto naturali.
Le piante hanno il compito di partecipare alle scenografie del Parco come vere e proprie attrici: sono simboli filosofici, bellezza naturale e decorazione floreale.
In particolare il primo e terzo atto sono popolati da specie esotiche e alloctone che oggi ci sembrano comuni ma che, ai tempi del Marchese Pallavicini, rappresentavano vere e proprie rarità: piante succulente e palmizi nell’ oasi mediterranea, la monumentale pianta della Canfora e il Cedro del Libano sulle rive del Lago Grande e la maestosa Araucaria al Lago Vecchio.
Il secondo atto si sviluppa invece all’interno di un bosco mediterraneo caratterizzato da antichi Pinus pinea, Pinus nigra, lecci, allori e arbusti di erica, corbezzoli, cisti, ginestre, euforbie, lavande e viburno.
Ma la regina del Parco è la Camellia Japonica che compone il famoso Viale delle Camelie, considerato il camelieto più antico e grande d’Italia.