La Lanterna

L’origine della torre del Capo di Faro, oggi nota come Lanterna di Genova, resta avvolta nel mistero. Non si conosce con certezza né l’anno della sua costruzione né il suo primo artefice. La prima menzione documentata risale al 1128, quando un decreto stabiliva la sorveglianza della torre detta “della Lanterna”.

A sorvegliarla erano incaricati i cittadini di alcune borgate della Val Polcevera – Torbella, Sassanedo, Porcile, Cavannuccia e Granarolo. Altre località, come Borzoli, Sestri, Priano e Burlo, erano esentate dal servizio ma dovevano fornire annualmente un fascio di legna per mantenere acceso il fuoco del faro durante la notte.

Una Torre con funzione militare e strategica

Nata come struttura militare, la torre era situata su un promontorio roccioso in posizione strategica. Da lì controllava sia la strada romana che conduceva a Genova deviando verso il mare, sia il traffico marittimo in entrata nel porto.

Nel 1507, Genova passò sotto il controllo del re francese Luigi XII. Per mantenere il dominio sulla città, venne costruita una fortezza al Capo di Faro, battezzata dai genovesi “La Briglia”, simbolo del dominio straniero.

L’ingegnere militare Paul Beusserailhe, Signore d’Espy, iniziò i lavori con la demolizione della torre originaria. Tuttavia, una consistente offerta in monete d’oro da parte dei genovesi lo convinse a conservarne una parte, integrandola nelle mura della nuova fortezza.

La Briglia fu assediata e, nel 1514, il Doge Ottaviano Fregoso ne ordinò la distruzione totale. Durante l’assedio, la parte superiore della Lanterna subì gravi danni a causa dei colpi d’artiglieria.

Ridussero la Lanterna di Genova a metà della sua altezza, rendendola inutilizzabile fino al 1543, quando decretarono la sua ricostruzione. Affidarono i lavori, che durarono poco più di un anno, a maestri come Donato di Balerna e Bernardo da Cabio, e li svolsero sotto la direzione di Martino d’Arosio, lo stesso che scolpì le originarie balaustre in pietra di Finale (oggi sostituite da colonnine in cemento).

Una lapide interna commemora la distruzione della torre:
«…QUEM MDXII IN OPPUGNATIONE ARCIS LANTERNAE TORMENTIS DIRUTA FUERAT…»

La nuova torre venne costruita probabilmente con un’altezza superiore a quella precedente. Un’altra lapide sulla facciata nord, all’altezza della precedente struttura, riporta l’anno 1544, data della conclusione dei lavori.

Architettura della Nuova Torre

L’Alizeri attribuisce il progetto di ricostruzione a Giovanni Maria Olgiati, ma fonti più attendibili, come i registri delle “Expense fabrices Turris capitiis faris”, confermano il ruolo primario del maestro Francesco da Grandria, assistito forse da Bernardino da Cabio.

La torre seguì il modello architettonico medievale con due volumi sovrapposti a pianta quadrata. Le dimensioni:

  • Parte superiore al primo ballatoio: 7,10 x 6,63 m
  • Balaustra inferiore: 9,45 x 9,87 m

La proporzione tra larghezza e altezza è di circa 1:4, conferendo alla struttura un’armonia visiva accentuata dai doppi ordini di mensole aggettanti.
Il primo ballatoio è circondato da un parapetto massiccio, mentre il secondo è delimitato da una balaustra leggera con colonnine a doppio fuso, tipiche del XVI secolo.

Come nella torre trecentesca, anche la nuova Lanterna presenta monofore rettangolari disposte a distanza regolare, per consentire luce e ventilazione.

All’interno, una scala in pietra di Lavagna si arrampica lungo la cavità centrale, sorretta da archi rampanti.

Simbolo di Genova

Nel 1626, la Lanterna fu scelta come punto simbolico di partenza della Grande Cinta Muraria genovese. La prima pietra venne posta a nord della torre. Con il completamento dell’opera nel 1633, la Lanterna divenne parte integrante delle fortificazioni di Genova.



Mappa Lanterna

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