Sull’arco delle mura che circondano ancora la città, la Porta di S. Bartolomeo è l’ultima esistente sul lato della Nuova Cinta che guarda il Bisagno e la sua costruzione fu decretata assieme a quella di S. Simone e di S. Bernadino il 19 aprile 1632. Il portale fu posto al limite estremo di una breve cortina, tra il bastione piatto di S. Bartolomeo ed il primo grande baluardo pentagonale della linea fortificata dello Zerbino, ed era attraversato da un’unica via che saliva dalla Porta dell’Acquasola, tra le case e le ville di un nuovo quartiere residenziale sorto attorno all’attuale via Assarotti. Proseguiva poi a mezza costa oltre le Nuove Mura e si congiungeva, attraversando il piccolo Borgo di Chiappazzo, con l’unica via diretta a settentrione, costeggiante il torrente Bisagno.
Benché il percorso fosse più agevole di quello che attraversava le mura nella vicina Porta di S.Bernardino, la galleria scavata nel terrapieno della cinta era lunga e stretta e certamente piuttosto scomoda.
Dai rilievi del Codeviola, risulterebbe una lunghezza totale del cunicolo di circa 75 palmi (m. 18,60 circa), una larghezza di 10 palmi (m. 2,48) e un’altezza alla freccia dell’arco, di circa 16 palmi (m. 4 circa). Oggi il passaggio sotterraneo riservato solamente ai pedoni è lungo m. 21,10 e largo, sul lato esterno, circa m. 2,50 (corrispondenti a 10 palmi) e sul fornice opposto m. 2,25.
A fianco e al di sopra di una parte della galleria era stato sistemato un piccolo corpo di guardia sviluppato su tre piani di cui oggi, dopo le sistemazioni ottocentesche, non ne rimane traccia, se si esclude il vano murato di una porta a due passi dall’ingresso posto sul lato interno della cinta. Il portale esterno si apriva, senza ponte levatoio, su un piazzale quadrangolare recintato di circa 8 m. di lato e aperto lateralmente da una cancellata. Oggi il portale è ornato da due paraste a bozze e da una semplice trabeazione superiore. Su di un lato esiste ancora una delle due catene di sollevamento del ponte levatoio ad anelli piatti, in ferro battuto a mano, nonché il suo contrappeso sferico. Il ponte aveva le stesse caratteristiche tecniche che si ritrovano nel ponte levatoio del Forte Sperone e in quello del Forte di S. Giuliano; costruzioni terminate attorno al 1830, la cui data potrebbe essere anche attribuita alla sistemazione esterna della Porta
All’inizio di questo secolo la Porta fu incorporata nella sistemazione del castello Mackenzie e sovraccaricata da una finta torre medioevale, da una trincea di accesso, da un altrettanto finto muro di cinta con merli, feritoie, archetti pensili, beccatelli e mensoloni in “stile neogotico”.
(Tratto da “Le Fortificazioni di Genova” di Leone Carlo Forti)