La Gabella della Neve: Come Genova Conservava il Ghiaccio d’Estate
Nonostante il clima mite, anche la Superba aveva un suo ingegnoso sistema per godere del ghiaccio d’estate: le neviere. Costruite strategicamente sulle alture che circondano la città, queste strutture rappresentano una pagina affascinante della storia economica e sociale di Genova.
La Gabella della Neve: Un Monopolio di Stato
La vera protagonista di questa storia è la “Gabella della neve”. Nel 1640, la Repubblica di Genova istituì questo sistema non solo per garantire la disponibilità di ghiaccio (essenziale in medicina e per la conservazione dei cibi), ma anche per farne un affare di stato.
- Il Monopolio: La Repubblica vendeva il diritto esclusivo di esercitare il commercio del ghiaccio a un unico impresario.
- L’Incanto: A partire dal 1667, questo diritto veniva assegnato tramite “incanto”, ovvero un’asta, assicurando un flusso costante di entrate per le casse statali.
L’Appaltatore della Gabella aveva così un monopolio totale sul rifornimento del prezioso elemento freddo.
Costruzione e Funzionamento delle Neviere Genovesi
Ma come funzionavano esattamente queste “fabbriche del freddo”?
Le neviere erano essenzialmente pozzi a forma tronco-conica, realizzati con muri di sostegno in pietra a secco. Le dimensioni erano considerevoli: potevano raggiungere i 4-5 metri di profondità con un diametro di 10-12 metri.
L’Arte di Conservare il Freddo
Dopo ogni abbondante nevicata, l’Appaltatore assoldava lavoratori giornalieri per riempire questi pozzi. Il processo era manuale e ingegnoso:
- Raccolta e Pressatura: La neve veniva immessa e pressata con appositi battitoi, per eliminare l’aria e favorire la trasformazione in ghiaccio compatto.
- Isolamento Termico: Per proteggere il contenuto, si utilizzava uno spesso strato isolante di foglie secche. La struttura era poi completata da un tetto conico fatto di pali e paglia.
- Deflusso dell’Acqua: Sul fondo della nevera, un canale apposito garantiva il deflusso dell’acqua derivante dalla fusione, prevenendo così che il ghiaccio si sciogliesse dall’interno.
Il Viaggio del Ghiaccio: Dalle Alture alla Città
Il momento clou arrivava in estate. I dipendenti dell’Appaltatore salivano alle neviere, spesso albe e tramonti, e procedevano al taglio del ghiaccio.
Il blocco compattato veniva tagliato in blocchi prismatici del peso di circa 10 Rubbi, che equivalevano a ben 79 chilogrammi l’uno!
La Logistica Notturna
Per limitare al massimo la fusione durante il trasporto, la movimentazione avveniva rigorosamente di notte:
- Le “liste” (i blocchi di ghiaccio) venivano protette con fogliame secco e avvolte in sacchi di iuta.
- Il trasporto avveniva a dorso di mulo: i blocchi viaggiavano a coppie, lungo i sentieri che dalle alture conducevano al centro.
La destinazione era il magazzino centrale dell’Appaltatore, situato in Vico Neve (l’attuale piazza Soziglia). Da lì, il ghiaccio era distribuito alle 15 rivenditrici stipendiate che rifornivano la città.
La “Gabella della neve” terminò ufficialmente il 31 dicembre 1870. Con l’avvento dell’industrializzazione e dei primi sistemi di refrigerazione artificiale, le neviere genovesi vennero progressivamente e inevitabilmente abbandonate, lasciandoci oggi solo il ricordo di questa affascinante storia.
(Club Alpino Italiano Sezione Genova Ule Scuola di escursionismo “Franco Barbicinti)
