Le Mura di Levante: Un Viaggio Mozzafiato Tra Storia e Panorama

Oggi focalizziamo l’attenzione su una delle opere architettoniche più significative di Genova: la cinta muraria seicentesca. Non si tratta solo di una grande struttura difensiva, ma di una complessa testimonianza del passato che si integra, non sempre facilmente, con lo sviluppo urbano moderno.

In questo post, percorreremo il tratto delle mura di Genova che si sviluppa a levante, analizzando la sua conformazione e il suo stato attuale di conservazione.

Il tratto delle Mura del Forte Sperone

Il Tracciato delle Mura di Levante

Le mura orientali, partendo dal bastione dello Sperone, scendono verso il mare seguendo la dorsale che sovrasta la Val Bisagno. Il tracciato mantiene un andamento quasi rettilineo per una distanza approssimativa di 3.500 metri, fino a raggiungere la Porta di S. Bernardino.

La sezione che va dal Forte Sperone al bastione di Porta S. Simone (o Porta Chiappe) copre circa 1.750 metri. Qui il dislivello è notevole, passando da una quota massima di circa 444 metri sul livello del mare a circa 310 metri prima di Porta Chiappe.

La dorsale del Monte Peralto, caratterizzata da una pendenza più accentuata, presenta un sistema di terrapieni trasversali collegati lungo il “ramparo” da strette scalette in lastroni di pietra. È interessante notare come il parapetto, i muri di sostegno e parte dell’antica strada militare siano ancora oggi perfettamente leggibili. Questa conservazione è stata favorita, in passato, dalla sorveglianza da parte dell’autorità militare sulla zona.

Le lunghezze dei fianchi si mantengono entro i 19 metri (50 palmi genovesi).

Tra lo Sperone e il Castellaccio si incontrano cinque bastioni, distinti nello sviluppo spaziale ma uniformi nei dettagli tecnici.

Torre Specola, Forte Castellaccio con le mura e il Forte Begato

L’Impatto dell’Urbanizzazione sui Restanti Tratti

Superato il bastione detto delle “Forche” e la Porta delle Chiappe (o S. Simone), si osserva un progressivo e pressante impatto dell’espansione edilizia. Questa crescita ha comportato sistemazioni spesso in conflitto con la tutela monumentale e ambientale, invadendo spazi che in origine erano mantenuti liberi per ragioni strategiche.

Oltre la Porta di S. Bernardino, in direzione delle mura dello Zerbino, l’edilizia ha preso il sopravvento.

Da Porta S. Bernardino a Via Carso: Tratti Ancora Visibili

Nonostante l’urbanizzazione, alcuni punti mantengono ancora un certo fascino. Iniziando la discesa dalla Porta S. Bernardino, le mura si dirigono verso Levante fino al bastione “Lavagna”, con discese a ripiani e tre lunghe scale in pietra. La strada interna, che ricalca l’antica via militare, raggiunge Via Carso.

Da questo punto, in direzione nord-sud, si trovano i resti delle mura di S. Bartolomeo e dello Zerbino.

Lo Zerbino, un tempo ben visibile sopra il Borgo Incrociati, oggi si fa strada tra i caseggiati di Corso Monte Grappa, modificato dall’assetto urbano che lo ha considerato più un ingombro da superare che un’opera da valorizzare.

I bastioni che scendono verso Montesano (fino al Baraccone) sono in gran parte inghiottiti dalle costruzioni, comparendo solo in piccoli spazi liberi tra gli edifici. Le mura di Montesano e le celebri “Fronti basse” del Bisagno sono scomparse, demolite per fare spazio allo scalo ferroviario di Brignole e alla sistemazione urbanistica tra Piazza Verdi e Piazza della Vittoria.

Mura dello Sperone
Un tratto delle Mura del Forte Sperone

Il Valore Architettonico e Simbolico delle Mura

Il contrasto tra la monumentalità delle mura di Genova nei tratti integri e la loro frammentazione come parte dell’arredo urbano, solleva interrogativi sul loro valore spaziale e la loro identità. Dove i bastioni sono ridotti a frammenti archeologici e non sono più riconoscibili se non attraverso indagini storiche, il loro impatto spaziale si impoverisce.

    Movimento Interno: Lungo la via panoramica (l’antica strada militare), dove spazio e percorso sono inscindibili.

    Movimento Esterno: In lontananza dalle colline circostanti, o da punti moderni come l’autostrada in Val Bisagno.

Da quest’ultima prospettiva, l’avvicinarsi al fronte compatto, che culmina nel Forte Sperone, crea un effetto visivo di forte impatto.

La Funzione Simbolica

Per i navigatori dell’Ottocento, la cinta muraria appariva come un’immagine di potenza e protezione per la città sottostante. È una sensazione che possiamo ancora percepire percorrendo i tratti panoramici oggi accessibili.

Le forme essenziali dei baluardi ci richiamano a un senso di forza primordiale. Pur avendo perso la loro funzione difensiva, le mura di Genova mantengono un profondo significato simbolico, rappresentando ancora oggi un legame storico e visivo con la città. La cerchia del 1632, fedele ai canoni dell’architettura militare del Rinascimento, si conclude con l’incontro dei suoi salienti nello Sperone, sulla vetta del Monte Peralto.

(Tratto da “Le Fortificazioni di Genova” di Leone Carlo Forti)

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