Forte San Martino, la fortezza nascosta tra storia, strategia e paesaggio

Come accade per molte fortificazioni storiche, anche il Forte San Martino sorge in un punto strategico scelto per precise caratteristiche morfologiche del terreno. Questa costante topografica, che lega le strutture difensive al paesaggio naturale, ha fatto sì che nei secoli le fortificazioni sorgessero sempre negli stessi luoghi. E il Forte San Martino non fa eccezione.

Pur apparendo come una costruzione moderna, distante nell’aspetto dagli antichi castelli turriti, il forte condivide con loro un legame profondo con il territorio. La sua posizione non è casuale, ma frutto di secoli di osservazioni militari e tattiche.

Le prime tracce

Una delle più antiche testimonianze di una struttura difensiva nell’area di San Martino d’Albaro ci arriva dallo storico Stella, che racconta un episodio del 1322, durante le guerre tra Guelfi e Ghibellini. In quella data, gli “Intrinseci” attaccarono la torre di “S. Martino degli Erchi”, nome antico dell’attuale quartiere.

Sebbene non sia possibile localizzare con esattezza la posizione di quella torre, si ipotizza che potesse trovarsi sull’altura dell’Olivetta, conosciuta anche come collina di Papigliano – proprio il luogo dove oggi sorge il Forte San Martino.

Il progetto strategico: nasce l’idea del forte

Un riferimento più preciso alla collina di Papigliano lo si ritrova nel 1771, quando Michele Codeviola suggerì al Magistrato delle Fortificazioni la costruzione di un nuovo baluardo. L’obiettivo era rafforzare la difesa della zona di Albaro e proteggere il borgo di San Martino da eventuali invasioni.

In caso di assedio alla città, questa collina occupava una posizione tattica fondamentale: da una quota di appena 97 metri sul livello del mare, il forte avrebbe potuto controllare i collegamenti verso il mare, in particolare verso Sturla, San Giuliano e la valletta Puggia.

Un nuovo concetto di difesa: il Forte San Martino

Il Forte San Martino fu costruito tra il 1817 e il 1832, dopo l’annessione della Liguria al Regno Sabaudo. Fu progettato secondo i principi dell’architettura militare moderna, pensata per fronteggiare le minacce della nuova artiglieria pesante a lunga gittata. Questo segnò l’abbandono dei bastioni come elementi predominanti della difesa ravvicinata.

La pianta del forte è quasi perfettamente quadrata, con mura spesse, fossati profondi agli angoli e una caserma indipendente inserita sul lato di ponente. La caserma, a tre piani, era separata dal corpo principale grazie a un proprio recinto e accessibile tramite un ponte levatoio, oggi demolito.

Caratteristiche architettoniche e militari

Il forte presenta una galleria di ronda ricavata nella controscarpa del fossato, con feritoie ogni due metri. Al suo interno, la piazza d’armi fu suddivisa in quattro settori grazie a costruzioni per stalle e depositi. Le muraglie meridionali ed orientali ospitavano i grandi terrapieni per i cannoni, mentre a nord, in posizione meno esposta, si trovava una batteria di supporto.

Questa struttura rappresenta un esempio significativo della “nuova scuola del Genio Militare”, attiva in Liguria fin dai primi anni dell’Ottocento.

Le origini napoleoniche del progetto

Le prime idee per fortificare l’Olivetta di Groppallo risalgono all’epoca napoleonica. Una planimetria militare del 1806 segnala l’esistenza di una piattaforma difensiva, identificata come “plateau de l’Olivetta”. Sebbene il progetto iniziale di un’opera bastionata non ebbe seguito, rimase il nucleo concettuale da cui prese forma il futuro Forte San Martino.

Una fonte diplomatica del Regno Sabaudo conferma l’importanza della fortificazione, affermando che, se fosse esistita già nel 1814, avrebbe impedito alle truppe nemiche di stabilirsi nell’area e bombardare la città.

Dal periodo bellico al degrado

Il Forte rimase sotto l’Autorità Militare fino al secondo dopoguerra, quando fu trasferito al Demanio Civile. Nel corso dei decenni subì vari interventi di restauro e modifiche, in particolare durante l’ultima guerra mondiale, quando furono aggiunte otto piazzuole per contraerea in cemento armato.

Oggi l’accesso alla struttura è precluso: il ponte levatoio è stato demolito e l’ingresso murato per impedire l’ingresso a vandali e senzatetto. Un destino purtroppo comune a molte fortificazioni storiche, che meriterebbero invece valorizzazione e tutela.


(Tratto da: “Fortificazioni di Genova” di L.C. Forti, Stringa Editore)

Mappa Forte San Martino
Pianta Forte San Martino

(Planimetria tratta da “I forti di Genova” Sagep Editice)

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