Un viaggio nel tempo al Forte Monteratti: storia e panorami sulla Superba, Tra la Val Bisagno e Sturla, un colosso silenzioso.
Camminando sul crinale che separa le valli del Bisagno e dello Sturla, a oltre 500 metri d’altitudine, il paesaggio si apre e rivela un gigante di pietra: il Forte Monteratti. Ma questo non è solo un rudere—è una macchina del tempo che racconta vicende militari, conquiste e resistenze, avvolte nel silenzio della natura e nel fascino del suo abbandono.
Dalle trincee del 1700 al trofeo di Massena
Nel 1747, proprio qui si fronteggiarono le truppe genovesi e gli imperiali del generale Schulenborg. Fu un conflitto cruento, culminato con la caduta di Galeotto Pallavicini. Ma Genova non si arrese: il mese successivo riconquistò la posizione e iniziò a fortificare il monte con opere campali strategiche. Passarono decenni, e nel 1800 furono i francesi a scrivere un nuovo capitolo: la ridotta venne espugnata e la bandiera austriaca divenne simbolo di vittoria nelle mani del generale Massena.
Architettura militare e torri a picco sul crinale
Nel XIX secolo, sotto il dominio sabaudo, nacquero due torri circolari integrate nella struttura del forte. L’edificio si snoda per oltre 200 metri, con una corte interna e un bastione centrale che veglia sull’accesso orientale. Le finestre e le feritoie parlano ancora di strategie difensive e giorni di assedio.
Fascino dell’abbandono
Oggi, purtroppo, il Forte Monteratti è in stato di degrado. L’asportazione dei tiranti in ferro e lo smantellamento del tetto hanno reso instabili le strutture, lasciando infiltrazioni che minacciano la sua resistenza. Eppure, camminando tra i suoi corridoi, si respira storia. Nonostante le depredazioni, il forte conserva tracce di un passato glorioso.
Origine del nome e suggestioni per esploratori moderni
Il nome Monteratti proviene da un’antica famiglia di proprietari terrieri. Più che una classica fortificazione, assomiglia a una caserma monumentale. Curioso nella forma, sorprendente nella sostanza, regala scorci indimenticabili a chi decide di avventurarsi alla sua scoperta.

Come arrivare: una passeggiata nella storia
- Da Marassi: via Bracelli, via Loria, quartiere Biscione
- Da San Fruttuoso: via Donghi, via Berghini, zona Camaldoli
Una camminata tra natura e silenzi ti porterà nel cuore della storia genovese, dove la pietra parla e il vento racconta.
(Tratto da “Mura e fortificazioni di Genova” Riccardo Dellepiane, Nuova editrice Genovese)

