Dal Forte Begato, discendendo lungo le mura e i bastioni del Garbo, si raggiunge il portello di Granarolo che dalla salita omonima conduce in direzione dei Piani di Fregoso e, attraverso la salita del Garbo, alla Val Polcevera.
Lungo la via dei Piani di Fregoso si incontrano i ruderi di due torri rotonde, quella detta di Granarolo, subito sotto la porta omonima e quella di Monticello. Entrambe fronteggiano i salienti di altrettanti bastioni come si era visto nel settore di levante.
Sui pendii rivolti verso la città vecchia si riconoscono ancora diverse polveriere, la più grande delle quali fiancheggia la strada sempre nei pressi della porta. Prima di giungere al forte Tenaglia si vedono fuori le mura i ruderi di altre due torri rotonde raggiungibili più facilmente dal forte Crocetta, come indicato in seguito.Per accedere al Tenaglia si abbandona la rotabile principale nel punto in cui la via Bartolomeo Bianco passa tangente alle mura. Quindi percorso un tracciato abbandonato, si aggiungono e si superano le mura su una sortita che si conclude di fronte al ponte levatoio di ingresso al forte. La costruzione, localizzata su un promontorio naturale (a m. 217 s.l.m.) che ha dato il nome alla più antica fortezza, fronteggia tutta la bassa Val Polcevera e le balze di Coronata, confinando ad est con l’area del cimitero della Castagna.
Sulla posizione estrema del crinale pianeggiante fu realizzata nel XVI secolo la famosa «Bastia di Promontorio» che con quella di Peralto e con il Castellaccio dominava dall’alto tutta la città. Questa fortificazione che comprendeva due Torri ed un recinto di mura rettangolare con quattro bastioni, come si può dedurre dalle vedute della città dei secoli XVI e XVII, fu completamente spianata in occasione della costruzione delle Nuove Mura.
Sul Piano delle Bombe fu quindi edificata la caratteristica Tenaglia a forma di corno. Durante tutto il XVIII secolo furono eseguiti lavori parziali di modifica, ma solo tra il 1815 e il 1836, per opera del Genio Militare Sardo, la fortificazione raggiunse quella fisionomia autonoma che i lavori di chiusura in unico recinto dei primi del secolo non erano riusciti a darle. Utilizzata come batteria antiaerea durante l’ultima guerra, fu colpita ripetutamente, riportando danni notevoli soprattutto nel fronte a mare.
Nell’ angolo di raccordo tra il tenaglia e questa parte è ricavata una polveriera con accesso dall’alto del piazzale.
Il Forte è dato in gestione alla Onlus La Piuma


(Tratto da “I forti di Genova” Sagep Editice)