Il castello Doria, che sorge sull’altura rocciosa dominante il borgo, rappresenta un vero modello di architettura militare genovese, anche se la sua fisionomia ha subito profonde modifiche in seguito agli adattamenti necessari per resistere al tiro delle armi da fuoco.
Non si è ancora fatta piena luce sulle origini del primo edificio fortificato: sappiamo che nel 1139 la repubblica di Genova, per difendersi da Pisa, riuscì ad ottenere il controllo di Porto Venere tramite i signori di Vezzano.
Nel 1161 fu ricostruito il castello preesistente, posto in posizione dominante rispetto all’antica chiesa di San Pietro, legandolo ad un’altra opera fortificata costituita da due torri identiche costruite ad un livello superiore rispetto al primo edificio.
I due fortilizi ebbero castellani con diverse funzioni, in particolare quello sottostante divenne la sede del podestà.
Il castello, dopo alterne vicende intercorse nella guerra tra Genova e Pisa per il controllo di questo tratto di costa, venne a far parte del vasto feudo che Nicolò Fieschi aveva creato lungo la riviera spezzina.
Nel 1276 tornò infine alla repubblica genovese.
La fortezza moderna nacque intorno al 1453, quando il vecchio castello fu demolito dagli stessi genovesi nel quadro di una profonda operazione di risistemazione del complesso fortificato del golfo della Spezia. Dopo la fase costruttiva del XV-XVI secolo, l’opera conobbe un’altra profonda ristrutturazione nel Seicento, che le diede l’aspetto attuale. L’edificio venne utilizzato come carcere in età napoleonica, senza che le diverse destinazioni d’uso ne alterassero le forme architettoniche. La fortezza presenta una pianta pentagonale da cui sporgono tre bastioni sui salienti a valle ed un robusto torrione circolare sul saliente rivolto a monte, struttura ereditata dal precedente castello medievale.
Il corpo del XVI secolo è inglobato in un recinto difensivo bastionato in grado di difendere la parte centrale dai colpi dell’artiglieria. I bastioni a valle permettevano di controllare gli accessi dal borgo e dal mare, mentre la parte cinquecentesca della fortezza, più spostata verso monte, salvaguardava il borgo da eventuali pericoli provenienti dai monti che dominano Porto Venere.
L’ingresso avviene attraverso un imponente portale, ai lati del quale sono ancora visibili le fessure di scorrimento per i tiranti del ponte levatoio, ormai inesistente. All’interno si accede ad un passaggio voltato e a una scala coperta che conduce al portale di ingresso della fortezza cinquecentesca. All’interno di questo notevole edificio si trova la grande Sala ipostila, la cui copertura piana è sostenuta da alte colonne.
Sopra la suddetta sala è situata la cosiddetta casa del castellano, un edificio con diversi vani che nel XVI-XVII secolo era sede del capitano del popolo, un ufficiale con funzioni distinte dal podestà di Porto Venere.
La parte nord dell’opera fortificata comprende i resti della rocca cinquecentesca, con l’inaccessibile cortina muraria che la cinge ai due lati e l’ampio camminamento con le garitte di sorveglianza.
Ora la fortezza è sede di mostre d’arte sia nel periodo estivo che in quello invernale: le manifestazioni culturali e teatrali si svolgono nell’arena situata nelle ampie terrazze.
(Tratto da “Castelli e fortezze di Liguria”, Ligurpress)